Si sa, chi disegna dal vero e studia l'anatomia ha l'esigenza di avere davanti un modello, più o meno nudo, ma che in primis sia completamente immobile. Un modello che sbuffa, sbadiglia, si sgranchisce e si gratta di dicuro...non farà una lunga carriera.
Questo vale per quei disegnatori che vogliono studiare l'anatomia dal vero, di studiare i volumi del corpo umano e lo studio del chiaro-scuro che quei volumi assumono in quella posizione con quella particolare luce.
Ma un disegnatore che invece deve studiare come si muova il corpo?
Questa domanda me la sono posta mentre frequentavo il corso di Animazione 2d all'Accademia Internazionale di Comics. Un animatore che si rispetti...e con animatore non intendo chi si dimena nei villaggi turistici (senza nulla togliere), ma chi disegna cartoni animati, un "cartoonist" quindi, ha non solo la necessità di conoscere esattamente com'è un corpo anatomicamente, ma ha sopratutto l'esigenza di studiare com'è questo corpo in movimento.
Un quadricipite o un deltoide a riposo hanno una forma, ma quando una persona sta saltando o sta anche solo raccogliendo una margherita, quello stesso muscolo ha una forma totalmente differente. Non solo, quel muscolo avrà anche una "storia".
farà un percorso da A a B. Ci saranno quindi delle "intercalazioni". E cosa vieta di disegnare su un foglio lo stesso corpo che compie un percorso da A a B? Diventerebbe un disegno sporco? Imperfetto? Impresentabile? Provate a dirlo a Giacomo Balla!
Balla qui riesce a restituirci il movimento frenetico della mano di un violinista. Guardandolo ci è chiaro che non sono le mani di un mostro con cinque braccia sinistre ma si tratta della stessa mano "immortalata" sulla tela in una fotografia a lunga esposizione. L'ambizione di Balla, come anche quella di Marcel Duchamp in "Nudo che scende le scale", è la stessa delle fotografie di Muybridge e di tanti altri artisti cioè fare ciò che sembrava impossibile...catturare il movimento, e quindi il tempo, in un'immagine sola.
In animazione, questi studi del movimento sono una prassi da cui nessun cartoonist che si rispetti può sottrarsi, anche se si deve disegnare Topolino o Bart dei Simpson....non ci credete?Ma non solo chi si occupa di animazione ha questa esigenza. Anche fumettisti ed illustratori hanno la necessità di comprendere come è realmente un corpo in movimento perché, vuoi o non vuoi, anche in un fumetto o in un graphic-novel il disegno acquista di valore se il disegnatore ha piena padronanza di come si rende un corpo in movimento e ..no...non basta copiare solo dalle foto su internet.
Il "gesture drawing" è uno dei soliti termini ridondanti anglosassoni che appunto può essere tradotto come "disegno gestuale", e non è una pratica chissà quanto estrema. Chi disegna si sarà trovato a farlo un mucchio di volte.
Chi ama disegnare e gli capita di avere lo sketchbook a portata di mano, tipo sull'autobus o mentre è in pausa pranzo seduto su una panchina, se vede un soggetto che lo ispira, invece di farsi un penoso "selfie" con il suddetto soggetto sullo sfondo, preferirà prendere la matita e iniziare ad immortalarlo sul suo blocco.
Ma in questo caso non andrà dal bambino che sta facendo le bolle di sapone o dal cane che rosicchia una pigna dicendogli "senti, ora stai immobile che ti devo disegnare". Anzi, se è un vero amante del disegno cercherà di essere il più veloce possibile e di carpire "il gesto" appunto.
Di catturare la freschezza e il movimento di quella immagine usando pochi tratti e, se è veramente bravo e fortunato, riuscire a disegnare il soggetto in diversi momenti.
Quello che mi domando io è, perché se il "gesture drawing" si può fare con i passanti o i passeggeri di un autobus, si può fare con gli animali allo zoo, o con i bambini che giocano non si può fare anche con dei performers o dei danzatori?
La danza contemporanea ed il teatro-danza prende tantissimo dai gesti semplici e quotidiani. Anche il danzatore e il performer è uno "studioso" del movimento ma si può dire che loro lo studino da "dentro", si "fanno" movimento, lo studiano in maniera "empirica" diciamo.
Quindi perché non fare incontrare questi due mondi e vedere cosa succede?
Si potrebbero scoprire tante cose riguardo la "ricerca del movimento" che secondo me stupirebbero sia i "filosofi-disegnatori" che gli "empirici-danzatori".
E perché non esporre questa "ricerca" comune in pubblico? Quando mi capita di disegnare in luoghi pubblici mi capita spesso di avere degli osservatori, degli spettatori...quando sei impegnato a fare gli affari tuoi la gente non resiste... deve assolutamente vedere cosa caspita stai facendo. E poi vedere un disegno che nasce è sempre interessante. Non ne parliamo poi della performance di danza. Quella si sa che attirerebbe lo sguardo. Quindi se le due cose accadessero insieme in teoria ci sarebbero un sacco di cose da guardare.
Questo è uno dei progetti che tenterò di far nascere a breve. Una sessione di Gesture Drawing con performance di danzatori. I danzatori al centro della stanza, i disegnatori seduti intorno e il pubblico intorno a loro. Dopodiché ci potrà essere un'esposizione delle "esercitazioni grafiche" dei disegnatori.
Intanto vi mostro un mio tentativo di "gesture drawing" (poi ripreso e migliorato) di un funambolo in un parco a San Francisco. Lui cercava di stare in equilibrio su di un filo sospeso a neanche 60 cm di altezza...per cui era solo per esercitarsi...credo. Però faceva sempre lo stesso gesto col braccio contraendo i muscoli della schiena. Qui ho dato importanza all'anatomia che al movimento.
Mentre nel mio secondo tentativo ho immortalato un danzatore direttamente a penna. L'anatomia e la precisione sono messi in secondo piano per cercare di cogliere i momenti "chiave" del movimento con un tentativo anche di cogliere l'espressione.
Tutti coloro che fossero interessati a partecipare al progetto "MOVI-MENTI Gesture drawing & performance" sono ben accetti. Intanto sto pensando ad una sede dove poterla fare. Stay tuned!!!! :)
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